Tradizionalmente in araldica si è chiamato "stemmario", una raccolta di stemmi, ovvero una raccolta di immagini che riprodotte in origine sugli scudi e sui vessilli dei cavalieri, hanno permesso di distinguere e riconoscere un intero gruppo di persone, sia nei suoi componenti che nelle sue proprietà.

Come qualunque raccolta ogni stemmario adotta poi dei criteri di selezione, con cui valuta quali stemmi accettare e quali rifiutare; per il presente lavoro l'utente potrà trovare le indicazioni del caso nella "Guida alla consultazione"; qui sinteticamente si precisa che questo stemmario raccoglie gli stemmi dei casati italiani.


Chi ne ha diritto

Tutti possono creare ed utilizzare uno stemma, fatti naturalmente salvi i diritti dei terzi. Lo stemma infatti non è altro che la rappresentazione grafica di un cognome. Anche dal punto di vista legislativo non vi sono vincoli specifici in materia. Spesso il sentire comune porta ad identificare l'uso di uno stemma con uno stato nobiliare, ma non è, e non è mai stato così (salvo alcune eccezioni per brevi periodi storici, limitate per altro alla Francia). Ad essere prerogativa nobiliare infatti non è mai stato lo scudo in se, ma l'uso di alcune ornamentazioni esterne allo scudo stesso. E' invece utile conoscere e rispettare le regole dell'araldica che disciplinano la realizzazione di ogni arma.